Gay & Bisex
Un mese di baldorie 8
di FRANK_1987
19.07.2020 |
3.200 |
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"“Succhiami il cazzo”, gli ordino
“Dai scopami ancora con le tue dita”
“Dopo ti scopo con il cazzo, non ti basta?”, gli rispondo passandogli un dito, ..."
Una vista spettacolareEccomi con dei nuovi capitoli. Spero che anche questi vi piacciano. Sono da collocare dopo l’ultimo capitolo della saga “VITA DI COPPIA”. Alcuni di voi mi stavano aspettando, altri non sentivano il bisogno di leggere ulteriori miei racconti ma non mi interessa quindi buona lettura
CAPITOLO 8
Che strazio svegliarsi con il sole mattutino che illumina la stanza da letto. Preferisco quei bei nuvoloni invernali che oscurano tutto e ti permettono di stare ancora di più sotto le coperte magari udendo il fragoroso rumore di un tuono e riuscire a percepire visivamente i lineamenti dei mobili grazie alla luce di qualche fulmine. E invece sono costretto ad alzarmi. Non appena lo faccio, poggiando i gomiti sul materasso, la stanza inizia a girare. No, non preoccupatevi. Non e’ un terremoto. E’ solamente la mia testa che non vuole fermarsi. La serata appena trascorsa tra scopate e pompini vari mi ha davvero tolto ogni energia. Quando sembra che tutto abbia smesso di muoversi, mi alzo. Indosso ancora i vestiti di ieri sera, sporchi di fango, sudore, sborra e quant’altro. Mi denudo e vado a fare la doccia. Insapono ogni parte del mio corpo e poi mi poggio con le mani contro le mattonelle lasciando che l’acqua fuoriesca dalla cipolla colpendomi la testa percorrendo ogni centimetro della mia epidermide lavando via il bagnoschiuma mentre tento di riprendere in mano quel che resta della mia esistenza. Mi piace questa vita turbolenta. L’ho sempre vissuta da quando ho iniziato a fare sesso ma adesso comincia a stancarmi un po’. Non che io voglia rifarmi una famiglia o avere una relazione stabile dopo quello che e’ successo con Mario, ma stanca maggiormente il mio fisico oltre che il mio animo. Se avessi vissuto una serata come quella di ieri quando avevo 18anni non mi sarei sentito così ma adesso, che ne ho 13 in più, il mio organismo inizia a comunicarmi che ne sto abusando troppo, sebbene sia ancora nel fiore degli anni. Uscito dalla doccia, non indosso neanche un accappatoio. Mi detergo con un asciugamano che poi arrotolo lungo i fianchi ed esco dalla terrazza della mia stanza. C’e’ una vista spettacolare. Mi piego posando gli avambracci sulla ringhiera e guardo verso l’orizzonte. La solita foschia estiva, quella che viene spazzata via da un improvviso temporale, mi impedisce di scorgere le fattezze delle isole oltre la baia ma i miei occhi vengono attirati da un’altra cosa, ancora più spettacolare della vista della città di Rio de Janeiro. Un ragazzo dai capelli arruffati indossante un maglietta a giro maniche blu e un pantalone verde, esce sul balcone di casa sua che e’ ad un livello inferiore rispetto a quella dello zio. Anche lui e’ poggiato alla ringhiera della sua terrazza e giocherella con i piedi muovendo il culetto. E’ sicuramente omosessuale, nessun etero si comporterebbe come sta facendo lui e anche io, qualche volta, mi muovevo in questo modo. Voglio osservarlo bene facendogli alzare la testa ma non so come fare. Fortunatamente vicino a me c’e’ una sedia, quindi allungo una gamba provocando uno stridente rumore ferrigno facendo sollevare la testa al ragazzo. Lo saluto muovendo soltanto qualche dita e poi mi sollevo facendo finta di aggiustarmi l’asciugamano che mi stava cadendo. In questo modo posso mostrargli tutto il mio possente fisico ma lui, imbarazzato, rientra in casa. Sorrido soddisfatto ed anche io me ne vado. Indosso una maglietta grigia e un pantaloncino scuro e scendo in cucina dove zio Mariano e Cecilia, belli e freschi dopo la scopata della notte precedente, stanno già preparando il pranzo. Si capisce benissimo quello che e’ successo tra loro perché sembrano una coppia di fidanzatini. Anche prima, queste particolari attenzioni se le dedicavano reciprocamente ma adesso posso comprendere che quando amoreggiavano, avevano fatto sesso e quando non succedeva, la zia aveva mandato in bianco lo zio.
“Buongiorno”, fa Mariano
“Buongiorno zio. Bom Dia”, rispondo prima a lui e poi a sua moglie
“Você também, beleza”, mi fa eco Cecilia
“Ti sei divertito ieri sera?”, chiedo zio
“Tantissimo. E tu?”
“Al solito”, mi risponde glissando ma io so benissimo che si e’ divertito eccome
“Con chi ti sei divertito?”
“Con due ragazzi e una trans”
“Insieme o separatamente?”, mi chiede lui incuriosito
“Separatamente”
“Ed hai avuto la forza di sborrare tre volte?”, fa stupito
“Guarda che ho 31anni. Non sono mica come te che a 50anni, sborrare una volta e’ già un’impresa”, gli rispondo cercando di stuzzicarlo per fargli scattare la molla di dimostrarmi che mi sto sbagliando, ma niente, sembra irremovibile
Consumiamo il pranzo e poi vado in camera mia. Guardo dal terrazzo per controllare che il ragazzo visto prima sia di nuovo fuori ma non e’ così e quindi mi stendo sul letto perché la birra bevuta poco fa ha fatto riemergere un leggero cerchio alla testa. Accendo la tv ma lascio il volume leggerissimo, come se fosse una ninna nanna. Chiudo gli occhi un attimo ma li riapro subito. O almeno così credo. Sono trascorse due ore. Ho dormito ancora come se dovessi recuperare il sonno perso. Mariano mi domanda se io abbia voglia di uscire con loro. Vogliono andare a fare shopping ma io sono ancora in dormiveglia e non mi va di alzarmi dal letto. Sono gli ultimi tre giorni che trascorrerò a Rio de Janeiro e dovrei divertirmi come un pazzo perché non potrò di certo tornarci presto ma dopo aver trascorso un mese tra feste, shopping e scopate varie, ora sento il bisogno di caricare le batterie. Con il sonno ormai sviato, decido di andare a farmi uno spuntino pomeridiano ma non prima di aver spiato il ragazzo che anche questa volta non e’ dove speravo che fosse. In cucina ci sono ancora gli avanzi della lasagna che abbiamo mangiato. Già, anche lo zio mangia la lasagna come i comuni mortali ma tanto se lo può permettere. Con le palestre che possiede e frequenta e il sesso praticato a destra e a manca con chiunque abbia un buco da tappare, le calorie vengono smaltite subito. Lavo il piatto che ho usato e sento suonare al campanello. Forse Mariano e Cecilia hanno le mani talmente occupate che non riescono a prendere le chiavi di casa ed hanno suonato usando addirittura il gomito. Quando apro la porta, vado il ragazzo di prima. Indossa una maglietta verde di una squadra di basket di Los Angeles e i pantaloncini blu. Inizia a parlare a raffica e tra le sue parole capisco solamente “tio”. Tio significa zio e adesso e’ tutto più chiaro. Ha aspettato che gli zii fossero usciti per passare da casa. Mi domando per fare cosa. Dimostrandogli la mia galanteria, decido di farlo accomodare. Mentre lui entra ed io chiudo la porta, gli osservo il culo e i piedi avvolti nelle infradito.
“Quanti anni hai?”, gli chiedo per evitare che io vada a letto ancora con un minorenne
“19”, mi risponde anche se potrebbe avermi detto una bugia perché tutto sembra tranne che un maggiorenne “tu?”, chiede lui
“31”, gli rispondo vedendogli mordere il labbro inferiore con fare malizioso “io mi chiamo Giulio e tu?”, cerco di avere più informazioni possibili
“Tomas”
“Ti va di bere qualcosa di fresco?”
“Veramente vorrei qualcosa di caldo”, mi risponde riferendosi alla temperatura della sborra appena uscita dalle palle
Afferro Tomas per la maglietta e inizio a baciarlo. Spingendolo all’indietro, lo faccio sedere sul divano ed io mi accomodo vicino a lui proseguendo ad infilargli la lingua in bocca. Due nostre mani iniziano a massaggiare i cazzi a vicenda mentre le altre due sono all’altezza della faccia che viene girata in prossimità dell’altra per poter affondare le lingue nelle fauci. Tomas accarezza il mio cazzo per tutta la sua lunghezza e poi scosta una gamba del pantaloncino e lo tira fuori mentre io gli abbasso l’elastico fin sotto le palle. Con i membri l’uno dell’altro nelle mani, iniziamo a segarci continuando a baciarci. Il ragazzo smette di masturbarmi e si siede su di me puntando i suoi 17cm contro il mio addome. Lo abbraccio sollevandomi da sopra il divano e lo bacio, prima tenendolo per il collo e poi infilandogli le mani dentro il pantaloncino abbassandoglielo così che le sue chiappe possano venire al vento ed io possa beneficiare nell’accarezzargliele o stringendogliele. Tomas non smette di baciarmi lambendomi i capelli ed io introduco l’indice nel suo culo secco facendogli aprire leggermente la bocca in modo che la mia lingua possa entrare ancora di più nel suo covo orale. Guardandolo negli occhi con spregiudicatezza, prendo un po’ di saliva e la spargo sul suo buchetto continuando a lavorarglielo con le falangi. Nella posizione che ha assunto, il suo forellino mi risulta leggermente stretto ma sono sicuro di riuscire ad allargarglielo per bene.
“Succhiami il cazzo”, gli ordino
“Dai scopami ancora con le tue dita”
“Dopo ti scopo con il cazzo, non ti basta?”, gli rispondo passandogli un dito, intriso degli umori del suo buco di culo, sulla bocca
“Agli ordini, padrone”, fa Tomas
Si lascia scivolare lungo le mie gambe raggiungendo il pavimento e, inginocchiato sul tappeto, prende in bocca il mio attrezzo. Lo brandisce dall’attaccatura delle palle e lo fa sparire completamente poggiano le labbra sul mio pube. Allora io gli prendo la testa e gliela spingo con violenza per cercare di far entrare anche i coglioni dentro la sua gola. Tomas, per difendersi, mi agguanta per le cosce infilzando le sue unghie nella mia carne.
“Che cazzo che fai?”, gli urlo contro
“Mi fai male”
“Anche tu me ne hai fatto”
“Scusa, non lo faccio più”
“Brava, troietta”, gli dico dandogli dei colpetti sulle guance
Bacio Tomas per poi fargli cenno di alzarsi e quando il suo inguine e’ proprio davanti alla mia faccia, prendo mutande e pantaloncino insieme e li abbasso fino a metà gamba in modo che i suoi testicoli, schiacciati precedentemente dall’elastico del boxer, possano penzolare dinanzi ai miei occhi come sua mamma li ha fatti. Mi prendo in bocca il suo cazzo e inizio a pompare. Tomas si alza la maglietta mostrandomi i suoi addominali diventando più disinibito quando poggia un piede sul divano e con la mano guida il pompino. Potrebbe vendicarsi per l’irruenza usata da me prima, ma non lo fa. Mi lascio manovrare da lui succhiando un giovane pisello di sicuro non alle prime armi ma leggermente inesperto. Un filo di saliva si stacca in prossimità della sua cappella quando me lo levo di bocca ma io la raccolgo con l’indice e il pollice strofinandola sulla mia asta. Il ragazzo mi sorride perché capisce cosa io voglia fare e sale nuovamente su di me. Non si siede completamente, resta un po’ sollevato, e si prende il mio membro indirizzandolo verso la sua entrata. Quando entro in lui, si abbassa lentamente adagiandosi sul mio pene in modo da sentirlo nella sua voragine prima di dare inizio alla scopata. Ci sorridiamo a vicenda, complici di aver realizzato qualcosa che volevamo entrambi e, afferrandogli le chiappe, inizio a spingere con calma mentre lui mi guarda infoiato.
“Aspetta”
“Che c’e’?”, gli domando
“Mi metto così, almeno lo posso sentire meglio”, mi risponde poggiando le ginocchia sopra i cuscini del divano in modo che possa aprire di più il suo culetto “adesso spingi, che cosa stai aspettando?”, continua un po’ arrabbiato
Non sto aspettando niente, vorrei rispondergli,ma invece lascio che siano le mie mani e i miei fianchi a fargli capire che l’ordine di scoparlo, e’ arrivato al mio cervello forte e chiaro. Con i miei arti gli afferro i fianchi spingendoli verso il basso mentre i miei fianchi, e di conseguenza il bacino, vengono spinti verso l’alto, verso il buco del culo di un giovane che sembra non finire mai. Posiziono Tomas perpendicolarmente al mio corpo così che il pene mi si posizioni completamente in maniera dritta nel suo sfintere ma mi tira un po’. Il suo foro anale, evidentemente, sta richiamando dentro di se il maggior numero di carne necessaria al godimento. Il pene di Tomas punta verso il suo ombelico e mi fa un certo effetto. Non se lo tocca nemmeno, perché e’ intento a toccare i miei bicipiti, e questo dovrebbe portare ad una leggera diminuizione dell’erezione ma il suo invece non accenna ad ammosciarsi. D’altronde, la sua giovane età glielo può permettere. Ci alziamo dal divano e lui si abbarbica letteralmente a me mentre non tolgo il mio bastone dal suo culo. Lo giro verso il divano e lo getto su di esso. Questa volta esco fuori dall’anfratto e ne approfitto per spogliarmi del tutto dei miei ingombranti indumenti. Sollevo le gambe del ragazzo fino all’altezza della sua testa e gli ordino di afferrarle per le caviglie. Mi abbasso ad osservargli il culo. Sembra quello di un bambino, nonostante la sua maggiore età. Glielo lecco e gli infilo qualche dito dentro ma poi mi inginocchio, mi avvicino a lui e lo impalo. Tomas lascia andare le sue gambe e inizia a masturbarsi mentre mi chino su di lui per baciarlo e sento il suo cazzo, avvolto dalla sua mano, strofinare contro i miei addominali. La catenina che porto al collo, penzola in direzione della sua bocca e lui la morde leggermente ritornando a massaggiarmi i bicipiti, ancora più gonfi di prima avendo poggiato le mani sul divano per darmi equilibrio.
“Ho fatto bene ad aspettare che i tuoi zii fossero usciti”, mi fa Tomas “ho fatto veramente bene”, prosegue stimolandosi il cazzo
“Si, ti sei comportata da vera troietta, desiderosa di cazzo”, gli dico continuando a scoparlo “tanto sarei venuto io per dartelo, non avrei resistito ad un culo come il tuo”, mi complimento rallentando la scopata per baciarlo con la lingua
Scopo Tomas in questa posizione ancora per poco. Voglio provarne un’altra e per farlo muovere più agilmente, gli tolgo il pantaloncino. In questo modo, il suo piede finisce davanti alla mia faccia ed io gli lecco la pianta provocandogli il solletico e poi salgo con la lingua fino a raggiungere le dita che si intrufolano nelle mie fauci, soprattutto l’alluce. Smetto di scopare Tomas e lo faccio alzare. Si toglie la maglietta e adesso anche lui e’ completamente denudato. Spogli di ogni veste, ci abbracciamo. Anche se non abbiamo la foglia di fico a coprire le nostre pudenda, sembriamo Adamo ed Eva come vengono rappresentati nei vari film biblici, intenti a baciarsi teneramente per poi consumare un rapporto sessuale. Nel nostro caso, invece, il rapporto sessuale e’ già iniziato e il bacio non e’ per niente casto. Ogni lingua si appropria di una bocca diversa insalivando tutto il mento l’uno dell’altro. Faccio girare prepotentemente Tomas e lo spingo contro il divano. Lui capisce subito la posizione che deve assumere e per questo poggia le ginocchia sui cuscini, le mani sullo schienale e il culo lo spinge in avanti, in favore prima delle mie mani, che si divertono a stimolarlo, e poi del mio cazzo, che si diverte a farlo godere. Ma non e’ il solo a provare questo sentimento, anche io lo provo soprattutto quando lo bacio. Baciarlo mi manda in visibilio totale facendomi venire voglia di non fare nient’altro che questo per il resto della mia vita.
“Come sei bello”, gli faccio abbracciandolo poggiandomi con il torso sulla sua schiena
“Scopami”, mi risponde
“Si, lo sto facendo”
“Più forte”, mi fa Tomas muovendo una mano e cercando di darmi una sculacciata come si fa con i cavalli per incitarli a galoppare
E’ chiaro che non gli interessano i sentimenti. Dopo tutto, non abbiamo nessuna relazione e anche io non sono interessato a iniziarne una nuova. E’ troppo presto e anche troppo tardi, visto che la mia vacanza finirà tra due giorni. Trombo il ragazzo posizionando la testa sulla sua spalla sinistra e sollevando un po’ i fianchi in modo da dargli delle bordate secche e dolorose proprio come voleva lui. Quando esco dal suo culo, questo non si chiude quasi più. La carne interna del suo sfintere si nota intorno all’apertura anale e poi l’oscurità dell’intestino circonda tutto il resto. Gli do una copiosa sputata che va a finire al suo interno lubrificando la zona proprio mentre lo penetro ancora. Questa volta e’ Tomas a scoparsi da solo muovendo avanti e indietro il suo culo. Vuole che io lo fotta con più vigore e voglio accontentarlo. Lo afferro per il collo da dietro simulando uno strangolamento e spingo spietatamente il mio cazzone in lui. Geme come una femminuccia e la cosa mi fa impazzire. Mi porta quasi all’eiaculazione tant’e’ che devo rallentare. Gli allargo le chiappe guardandole dall’alto mentre circondano il mio cazzo e accarezzo la sua schiena mentre contemporaneamente gliela bacio e poi mi fermo con le mani sulle sue spalle usandole come cardini per riprendere a trombarlo con la stessa intensità di quando avevo rallentato. Tomas fa su e giù con la testa mentre si aggrappa con una mano alla fodera del divano e con l’altra si masturba.
“Trombami più forte”, grida quasi come se stesse chiedendo aiuto “ancora, continua”, mi fa mentre premo le mie unghie contro le sue scapole facendolo gridare ma sono sicuro che lo fa solo per il mio cazzo che entra in lui “non ti fermare! Non ti fermare”, prosegue ma non deve essere lui a dirmelo perché continuerò a scoparmi questo culo fino a quando non raggiungerò l’orgasmo “cazzo, vengo”, fa Tomas vedendolo imbrattare il divano
Io voglio continuare ancora per un po’. Smetto di fotterlo, ma senza uscire dal suo caldo anfratto, e lo abbraccio da dietro baciandolo sul collo mentre lui respira ansimando per la sborrata appena conclusa. Ruota leggermente la faccia verso di me e ci baciamo ma le nostre bocche non riescono a poggiarsi completamente l’una sull’altra allora lasciamo che siano le lingue a darci piacere. Limonando, rischio quasi di venire ma Tomas si sfila da solo il mio pene dal suo culo e mi da uno spintone facendomi allontanare dal divano. Penso che voglia succhiarmelo per farmi sborrare ma poi lo osservo sedersi sul divano e piegarsi leggermente verso destra aprendosi oscenamente le chiappe con una mano per invitarmi a scoparlo ancora. Sorrido e mi siedo dietro di lui. Raggiungo il suo sedere e guido la mia banana al suo interno. Scopando Tomas, gli agguanto il cazzo ormai moscio e sporco di sborra. La sua giovane età la fa da padrone e pian piano gli procuro un’altra erezione. Per fotterlo meglio, proseguendo a masturbarlo, gli metto una mano dietro la schiena arpionandomi al suo costato. Si sega furiosamente il pene eretto per la seconda volta e una misera goccia di sperma fuoriesce dalla sua uretra. Ma per lui e’ abbastanza per raggiungere l’appagamento. Io, invece, esco da lui, tolgo il preservativo e mi masturbo. Vorrebbe avvicinarsi al mio cazzo ma lo tengo fermo per il torace sicuro che sborrerò dal suo inguine fino alla sua faccia per l’eccitazione provata. Ed e’ proprio così. Il primo schizzo parte dal mio buco finendo sul suo zigomo destro mentre gli altri vengono depositati sul suo addome e i meno irruenti, sulle sue palle.
“Sei stato meraviglioso”, mi fa assaggiando il mio sperma “ho fatto bene a venire a trovarti”, mi dice “sei proprio come tuo zio”, continua Tomas facendomi capire che anche lo zio Mariano si e’ fottuto il suo culetto
Ma c’e’ qualcuno che non e’ andato a letto con lui in questa città? Mi chiedo mentre mi ricompongo. D’altronde, nessuno potrebbe resistere al fascino di un cinquantenne, mi rispondo praticamente da solo. Abbraccio Tomas e lo bacio delicatamente mentre il sapore delle nostre sborre si mescola nelle bocche. Provo un po’ di tristezza perché non posso scoparlo mai più. Di sicuro non riuscirei a trovare il momento di farmelo ancora un’altra volta visto l’avvicinarsi della fine della mia vacanza. Vado a prendergli un asciugamano, si pulisce e poi se ne va. Gli offro di fare la doccia insieme ma declina. Vuole tornarsene a casa prima dell’arrivo dei miei zii. Saluto Tomas e metto a posto il salotto pulendo ogni residuo lasciato dai nostri corpi per poi andare in bagno gettandomi sotto la doccia. Insaponandomi il corpo, mi abbandono ai miei pensieri ma vengo riportato subito alla realtà da due mani che mi toccano il torace da dietro e due tette dure come la roccia che mi si poggiano sulla schiena. Mi giro instintivamente e vedo Cecilia davanti a me. E’ completamente nuda. Sono passati diversi anni da quando l’ho vista priva di vestiti, come il chirurgo l’ha fatta, ma questa volta al posto del cazzo ha la fica. Cerco di allontanarla ma la presa che esercita sui miei pettorali e’ tale da farmi desistere dal continuare. Con il palmo delle mani mi stimola inconsapevolmente i capezzoli provocandomi un leggere indurimento del pene.
“Che cosa stai facendo?”, chiedo a Cecilia
“Voglio divertirmi un po’”
“Smettila, non ne ho voglia”, le dico per cercare di fermarla o per fare finta
“Non te ne pentirai”
“Zio”, grido per attirare la sua attenzione
“Mariano non c’e’. E’ fuori casa. Abbiamo tutto il tempo per divertirci”, fa la zia strofinando le mani sopra i miei pettorali scendendo lungo gli addominali per poi raggiungere il cazzo che si e’ inturgidito del tutto
Cecilia prende il mio pene in mano ed io ho un sussulto. L’acqua che defluisce dalla doccia non favorisce la sega che ha iniziato a praticarmi. Servirebbe un po’ di lubrificante oppure della saliva e lei e’ come se mi leggesse nella mente. La mia zia transessuale si ficca in bocca il mio randello di carne pompando come se non aspettasse altro. Veramente e’ proprio così. Sta aspettando di farsi scopare, o almeno di farmi solo un bocchino, da un mese a questa parte quindi e’ normale la sua frenesia nel praticarlo. A tutti e’ capitato di provare questa voglia. Giro il rubinetto interrompendo il fuoriuscire dell’acqua e poggio le mie mani sulla sua testa. Cecilia si toglie il cazzo dalla bocca lasciando solo la cappella al contatto con la lingua, e mi guarda contenta riprendendo a spompinarmi. I miei arti sul suo capo sono serviti non solo per iniziare a dare il ritmo al pompino ma per lei rappresentano la mia resa. Ha vinto, sono suo ma non per questo deve comandare lei. Con le mani spingo la sua testa contro il mio bacino che viene spinto contro la sua bocca. Sono io a scopargliela e non il contrario. Ha voluto farmi cedere al suo volere ma non mi ha affatto in pugno. Quando smetto di scoparle le fauci, Cecilia riprende fiato ed io la faccio alzare poggiandomi a lei tutto bagnato. La prendo per il collo ela bacio appassionatamente. Staccandosi da me, il suo vestito bianco diventa trasparente mostrandomi la mancanza di reggiseno sotto di esso ma allo stesso tempo porta alla luce i suoi capezzoli. Stringo le sue mammelle turgide nelle mie mani e mi abbasso per succhiarle attraverso la stoffa. La zia mi prende per la testa e la muove tra il suo seno strofinandolo sul mio volto. Gli abbasso la scollatura fin sotto le tette sentendo uno strappo. Non mi importa di averle squarciato il vestito, l’importante e’ che abbia scoperto le sue protesi di silicione ricoperte da carne umana. Cecilia mi afferra il cazzo stringendolo con la sua mano destra e fa per incamminarsi. Io la seguo come se il mio pene fossero le redini di un cavallo. Usciamo dal bagno e ci baciamo mentre il mio obelisco punta contro la sua patata rifatta…
FINE CAPITOLO 8
TO BE CONTINUED
Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica
QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA VITA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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